Un sensore è installato sulla ISS per monitorare i detriti orbitali

Un sensore è installato sulla ISS per monitorare i detriti orbitali

Un sensore di detriti spaziali (SDS) montato sul lato esterno dell'ISS raccoglie dati su piccoli detriti orbitali

La Stazione Spaziale Internazionale non è l'unica nave spaziale in orbita attorno alla Terra. È accompagnato dal telescopio spaziale Hubble, dai satelliti di osservazione del pianeta e da oltre 1000 altri dispositivi operativi e CubeSat. Ma il pericolo principale sono i detriti orbitali: oggetti creati dall'umanità che non vengono più usati per scopi spaziali.

L'analisi mostra che più di 100 milioni di unità di detriti orbitali di dimensioni fino a 1 cm sono ora in orbita. Sono troppo piccoli per essere tracciati, ma molti di loro sono abbastanza grandi da danneggiare i dispositivi esistenti.

La stazione spaziale è dotata di schermi per la protezione da detriti di dimensioni fino a 1,5 cm. I pezzi di grandi dimensioni sono tracciati tramite il controllo della terra. Danno un segnale di approccio e quindi la stazione attiva i suoi motori per cambiare la posizione. Il sensore detriti spaziali (SDS) monitorerà il piccolo ambiente attorno alla stazione per 2-3 anni, riparando i detriti con i parametri 0,05-5 mm. Gli oggetti più grandi di 3 mm sono monitorati da specialisti della Terra. Il dispositivo è stato consegnato alla stazione con Dragon da SpaceX durante la missione di approvvigionamento il 12 dicembre.

È noto che i detriti da 0,3 mm rappresentano un pericolo per i voli umani e robotici. Tali frammenti possono danneggiare i sistemi di schermatura del calore, tute spaziali, finestre e apparecchiature sensibili non protette dagli schermi.

Un sensore è installato sulla ISS per monitorare i detriti orbitali

Foto che documenta come la micro-polvere colpisce una delle finestre nella cupola della stazione spaziale. Il sensore di detriti spaziali monitorerà l'ambiente orbitale per 2-3 anni per registrare gli eventi di shock.

Una volta installato il sensore all'esterno del modulo Columbus, può essere utilizzato per rilevare e catturare gli eventi di shock in tempo reale. Un sistema di diffusori a tre strati permetterà alla SDS di caratterizzare dimensioni, velocità, direzionalità e densità di particelle minuscole. Il primo e il secondo strato sono identici e sono dotati di sensori acustici, nonché di linee resistive con una larghezza di 0,75 mm. Se un frammento danneggia il primo strato, taglia una o più linee resistive prima di colpire il secondo strato. Alla fine del relitto raggiunse la piastra posteriore.

Il backstop non prevede di utilizzare per restituire i campioni raccolti, ma fornirà informazioni complete sui detriti orbitali.

I sensori acustici nei primi due strati calcolano il tempo di esposizione e la posizione utilizzando un semplice algoritmo di triangolazione. La combinazione dei dati consente di comprendere la forza dello sciopero e la direzione di fuga dei frammenti.

Queste informazioni aiuteranno i ricercatori a mappare l'intera popolazione di detriti spaziali e pianificano il posizionamento di futuri sensori all'esterno della stazione e nell'orbita terrestre, dove il rischio di danni è ancora maggiore.

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