First Light for a Exoplanet SPIRou Hunter

First Light for a Exoplanet SPIRou Hunter

SPIRou è un nuovo spettropolarimetro e un cacciatore di mondi alieni, creato per il telescopio Canada-Francia-Hawaii (CFHT). Riuscì a registrare con successo la prima luce stellare. 10 anni dopo che è stato progettato e dopo 4 mesi di installazione intensiva su un telescopio, questo strumento internazionale è nella fase iniziale delle sue operazioni scientifiche. Cioè, cercherà i mondi alieni attorno alle più vicine nane rosse.

Dopo aver attraversato l'IRAP, lo strumento è stato metodicamente smontato e imballato dai membri del team del telescopio prima di essere consegnato e riassemblato per CFHT, osservando la calibrazione dell'ottica al micrometro. Dopo 10 anni di duro lavoro, un importante passo è stato compiuto il 24 aprile 2018, quando SPIRou ha registrato la prima luce raccolta dalla stella AD Leo. L'alta attività della stella e i bagliori estremamente energetici creati a seguito di disturbi spettrali hanno reso l'oggetto un bersaglio evidente per i test.

Nel corso di diversi giorni di test, SPIRou ha assemblato una straordinaria collezione di 440 spettri, dimostrando alcune nuove funzionalità nel processo. Ad esempio, SPIRou ha osservato le nane rosse (più fredde del Sole), compresi i vicini più vicini al nostro sistema. Il dispositivo ha anche rintracciato diverse stelle calde, gli spettri IR di cui mostrano linee telluriche causate dall'atmosfera terrestre. Per cercare mondi alieni, SPIRou usa il metodo di visualizzazione tracciante, che usa l'effetto Doppler per rilevare minuscole fluttuazioni stellari che suggeriscono la presenza di mondi. SPIRou dovrebbe svolgere un ruolo chiave negli studi futuri sui sistemi planetari vicini in coordinamento con altri strumenti terrestri e spaziali, come TESS, PLATO e James Webb.

Dopo aver trasportato 10 tonnellate di materiale da Tolosa alle Hawaii, SPIRou è stato installato e assemblato al terzo piano del telescopio CFHT con l'aiuto di un team di ingegneri francesi e canadesi. L'operazione ha richiesto un'estrema precisione e un raffreddamento fino a -200 ° C, il che rende possibile registrare le deboli tracce spettrali indotte dalla luce stellare.

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