Bombe fotografiche solari dall'Osservatorio dello spazio terrestre

Bombe fotografiche solari dall'Osservatorio dello spazio terrestre

La "stagione dell'eclisse" è in corso per il Solar Dynamics Observatory (SDO). Questo è il momento in cui il nostro pianeta non può trattenersi dal rivolgere la sua attenzione e catturare colpi di successo.

SDO è stato lanciato nel 2009 e collocato nell'orbita circolare più vicina di 22238 miglia geostazionarie, in orbita attorno alla Terra. Per la stragrande maggioranza, il dispositivo svolge un ruolo importante, poiché durante la sua osservazione della stella più vicina, ha una vista sbloccata e incontaminata. E grazie a lui, è possibile ottenere immagini di fenomeni solari, come brillamenti solari, espulsioni di massa coronale, cappi coronali, protuberanze e macchie solari nella massima risoluzione. Tuttavia, a volte la Terra si trova inevitabilmente sulla linea proprio durante l'orbita solare, entrando così nel frame e interrompendo la sessione fotografica.

Ora per noi è arrivata la metà della stagione primaverile dell'eclissi del 2016, che durerà fino al 12 marzo. E la stagione è iniziata il 19 febbraio. Ogni anno ci sono 2 stagioni di eclissi più vicine agli equinozi. Solo due volte all'anno si verifica un evento quando il Sole si trova direttamente sopra l'equatore terrestre e gli emisferi settentrionale e meridionale ricevono la stessa quantità di luce. Come ci si aspetterebbe, all'inizio e alla fine della stagione dell'eclissi, la quantità di visibilità dell'attività solare è limitata, ma nel mezzo dell'eclissi (approssimativamente ora) può durare fino a 72 minuti.

Qualsiasi veicolo spaziale in orbita attorno alla Terra che sta guardando il sole lotta con questa eclissi, ma l'SDO è in orbita progettata per minimizzare l'interruzione.

Questa animazione costruisce i risultati delle osservazioni ultraviolette fatte da SDO ad una lunghezza d'onda di 304 angstrom. A questa lunghezza, le caratteristiche possono essere viste nella corona inferiore del Sole (livelli solari multi-milioni di atmosfera). I punti più luminosi si trovano dove continuano i processi di riscaldamento del plasma ad alta energia, producendo le cosiddette regioni attive.

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